{"id":116,"date":"2008-04-29T08:19:48","date_gmt":"2008-04-29T08:19:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/?p=116"},"modified":"2022-08-17T08:44:53","modified_gmt":"2022-08-17T08:44:53","slug":"federico-il-nostro-piccolo-grande-campione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/federico-il-nostro-piccolo-grande-campione\/","title":{"rendered":"Federico il nostro piccolo grande campione"},"content":{"rendered":"\n<p>Nel settembre 2007, con immensa felicit\u00e0, scopriamo che saremmo diventati mamma e pap\u00e0 di due gemellini.<\/p>\n\n\n\n<p>All\u2019ospedale Buzzi di Milano, eseguiamo le prime visite ed ecografie con la dottoressa Beatrice Tassis. Ogni volta ci presentiamo con un po\u2019 di apprensione nell\u2019attesa di veder battere i cuoricini dei nostri piccoli. I risultati della translucenza nucale eseguita a novembre sono confortanti e non si evidenziano problemi. A dicembre, pochi giorni prima di Natale, scopriamo che i nostri due bimbi sono una femminuccia e un maschietto: Camilla e Federico. Festeggiamo il Natale in famiglia e la sera stessa sentiamo, per la prima volta, i nostri pesciolini muoversi. Dopo tanta ansia e attenzioni per preservare un dono cos\u00ec prezioso, finalmente i primi tre mesi, cio\u00e8 il periodo che ritenevamo fosse pi\u00f9 a rischio, finiscono e cominciamo quindi a vivere l\u2019attesa con maggiore serenit\u00e0 dando la lieta notizia a parenti ed amici. Li sentiamo muovere e dalle analisi eseguite i bambini stanno bene, ci pare quindi giunto il momento di iniziare a fare i primi acquisti e sistemare la futura cameretta.<\/p>\n\n\n\n<p>Gi\u00e0 sognavamo il giorno in cui, al Buzzi, sarebbero nati i nostri gemellini, li avremmo tenuti in stanza con noi nella culla gemellare e tante persone care sarebbero venute a trovarci.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 14 gennaio la dottoressa Tassis ci riceve per effettuare l\u2019ecografia morfologica. Siamo felici e tranquilli di rivedere i nostri piccoli ma, dopo un\u2019accurata ecografia, la dottoressa ci anticipa che c\u2019\u00e8 un problema che riguarda il maschietto e, con molta sensibilit\u00e0, professionalit\u00e0 e chiarezza, ci riferisce che il nostro piccolo ha una malformazione chiamata \u201cernia diaframmatica\u201d. Dall\u2019ecografia si nota infatti che parte degli organi addominali \u00e8 risalita in torace, comprimendo il polmone sinistro. La dottoressa ci spiega che la situazione \u00e8 delicata ma che, se avesse superato, alla nascita, la fase critica iniziale, con un intervento chirurgico si sarebbe potuto \u201criparare\u201d il diaframma non completamente formato e riportare gli organi al proprio posto e, se tutto fosse andato bene, Federico sarebbe stato un bambino sano. La dottoressa Tassis fissa per il giorno dopo un\u2019ecografia di secondo livello, una risonanza magnetica e l\u2019amniocentesi. Ovviamente lasciamo l\u2019ospedale praticamente sconvolti. Non avevamo mai sentito parlare dell\u2019 ernia diaframmatica e continuavamo a ripeterci a vicenda quanto ci aveva spiegato per essere sicuri di aver capito bene l\u2019essenziale della situazione.<\/p>\n\n\n\n<p>La mattina dopo eseguiamo le visite in cui viene confermata la diagnosi di ernia diaframmatica sinistra con erniazione di anse intestinali, stomaco, milza e, purtroppo, come evidenzia la risonanza magnetica, anche del lobo sinistro del fegato. La situazione, da quel momento, \u00e8 costantemente monitorata per seguire con attenzione lo sviluppo polmonare facendo anche attenzione agli indici prognostici come il valore LHR (Lung-Head Ratio) che misura la crescita del polmone controlaterale e che alla prima ecografia risultava 1,2. Impareremo presto che valori inferiori a 1 individuano i casi pi\u00f9 gravi.<\/p>\n\n\n\n<p>I risultati dell\u2019amniocentesi fortunatamente non evidenziano ulteriori problemi; il rischio infatti \u00e8 che questa malformazione sia associata ad un\u2019anomalia cromosomica .<\/p>\n\n\n\n<p>La consulenza chirurgica nel corso di una successiva ecografia di secondo livello ci atterrisce perch\u00e9 capiamo che si tratta di un caso con dei rischi importanti: la possibilit\u00e0 di sopravvivenza \u00e8 stimata intorno al 50%.<\/p>\n\n\n\n<p>Da quel momento, naturalmente, viviamo l\u2019attesa con ancora pi\u00f9 apprensione per il futuro del nostro piccolo e continuiamo a domandarci perch\u00e9 sia capitato proprio a noi. Inizialmente ci imponiamo di non farlo, ma cominciamo subito a navigare su internet alla ricerca di ulteriori informazioni sulla patologia. Apprendiamo informazioni utili su siti in lingua inglese, sul sito internet dell\u2019Ospedale Bambin Ges\u00f9 e sul sito <em>erniadiaframmatica.it. S<\/em>u quest\u2019ultimo, tra l\u2019altro, leggiamo con attenzione le storie dei piccoli con questo problema e queste esperienze dirette ci emozionano e commuovono. Vedere le foto degli splendidi bimbi che ce l\u2019hanno fatta ci aiuta a pensare al possibile futuro di Federico. Dopo qualche incertezza decidiamo di contattare una delle \u201cfamiglie amiche\u201d che sul sito danno la disponibilit\u00e0 a supportare i genitori come noi. La sera successiva siamo ospiti a casa di Simona e Matteo, una coppia aperta e solare che ci racconta la storia della loro piccola Maria Chiara nata e operata presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo, un\u2019importante e positiva testimonianza che ci ha aiutato a vivere l\u2019attesa in modo pi\u00f9 sereno e fiducioso.<\/p>\n\n\n\n<p>Presso l\u2019ospedale Buzzi eseguiamo ogni quindici giorni le ecografie di controllo e i valori dell\u2019LHR sembrano leggermente migliorati (1,4). Il tempo passa e, dopo lo sconforto e lo spavento dei primi giorni, cerchiamo di continuare ad essere positivi.<\/p>\n\n\n\n<p>La sera del 4 marzo, alla settimana 29+4, pronta per andare a dormire, mi accorgo di una perdita; decidiamo, per precauzione, di andare al pronto soccorso del Buzzi dove vengo ricoverata dopo una emorragia con diagnosi di placenta previa. Se si fossero verificati ulteriori problemi i bambini sarebbero potuti nascere la notte stessa con la conseguenza che il nostro piccolo Federico non ce l\u2019avrebbe fatta e che Camilla sarebbe stata una bimba prematura. Il ricovero inizialmente sembra una precauzione di breve durata; in realt\u00e0 trascorro tutte le mie giornate del mese di marzo nel letto 307 del Buzzi senza ulteriori perdite ma a riposo assoluto. Conosco tantissime compagne di stanza che, con i loro piccoli, escono felicemente dall\u2019ospedale dopo tre giorni, io invece sono sempre l\u00ec con il pensiero rivolto ai miei piccoli. Restare a riposo \u00e8 molto importante perch\u00e9 la gravidanza deve arrivare a termine per permettere a Federico di essere abbastanza grande da farcela. Mi viene consentito di continuare a frequentare il corso di preparazione al parto al quale ero iscritta tenuto dalla psicologa Caterina Colombo che, anche successivamente, si \u00e8 costantemente interessata al decorso della mia gravidanza. Mi trovo a dovermi confrontare con future mamme al mio stesso periodo di gravidanza e spesso fatico a trattenere le lacrime: loro sono serene e tranquille, arrivano al corso e dopo due ore escono, hanno davanti un\u2019intera settimana da vivere al di fuori dell\u2019ospedale prima di rivederci quella successiva, raccontano come vivono gli ultimi mesi con i propri mariti e i preparativi mentre io, demoralizzata, rientro in stanza e mi risdraio sul letto. Per fortuna l\u2019ospedale Buzzi \u00e8 vicino a casa e la mia stanza diventa la succursale del mio quartiere: giornalmente ricevo la visita di tante care amiche, alcune in dolce attesa come me, oltre che di tante altre persone che mi sono vicine e mi tengono buona compagnia, mi viziano con tanti doni e dolci e mi aiutano a distrarmi.<\/p>\n\n\n\n<p>Il mese di marzo sta per finire, festeggio la Pasqua nella stanza 307 che, per l\u2019occasione, addobbo con uova colorate e cioccolatini. Ogni sera cancello dalla mia agenda il giorno trascorso, ogni giorno in pi\u00f9 \u00e8 importante per la crescita dei miei piccoli. Sfoglio in continuazione le pagine che mancano ad arrivare al 16 maggio, giorno presunto della fine della gravidanza, domandandomi fino a quando sarei riuscita a tenere i miei piccoli dentro di me.<\/p>\n\n\n\n<p>In quel periodo Alessandro si reca ad un colloquio a Bergamo con la dottoressa Auriemma, primario del reparto di patologia neonatale, la dottoressa Bellan, neonatologa della terapia intensiva, il dottor Locatelli, chirurgo, e il professor Colombo. Decidiamo di affidare il nostro piccolo Federico alle \u201cmani d\u2019oro\u201d del professor Locatelli e alle cure dell\u2019equipe della terapia intensiva in quanto il numero di interventi effettuati presso il centro \u00e8 rilevante (lo testimonia anche la ricca produzione di letteratura scientifica). E\u2019 determinante anche il fatto che la nostra ginecologa, dottoressa Tassis, si sia trasferita a lavorare a Bergamo proprio in quel periodo e questo ci rassicura molto.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 27 marzo \u00e8 una giornata di grandi pianti: a malincuore lascio Milano e il Buzzi, dove mi trovavo molto bene, per essere ricoverata agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Mi sento lontana da tutti: al Buzzi sentivo le campane della vicina chiesa S. Maria di Lourdes e vedevo i bambini che ogni mattina attraversano le strisce pedonali per raggiungere la scuola dove insegno. Le giornate in ospedale a Bergamo sono lunghe e interminabili, mi sento una chioccia che cova le sue due uova su un bel letto per tanto tempo. Quotidianamente eseguo ecografie e monitoraggi, i dottori, le ostetriche e le infermiere del reparto sono tutti molto gentili e attenti nel seguire la mia gravidanza. In particolare il dottor Strobelt \u00e8 un medico premuroso che d\u00e0 grande serenit\u00e0 alle pazienti e Imma \u00e8 una carissima ostetrica che pi\u00f9 volte mi ha confortato con le sue dolci parole e i suoi sorrisi.<\/p>\n\n\n\n<p>Conosco tutti i momenti della vita del reparto, dal famigerato termometro delle 5.30 del mattino alle visite dei dottori, delle ostetriche e delle infermiere; cambio continuamente compagne di stanza e mi trovo spesso ad incoraggiarle o a sostenerle o a dar loro consigli e spiegare cose che ho sentito oramai ripetere centinaia di volte: so esattamente come prendersi cura di un beb\u00e8 appena nato e di come ci si sente dopo un taglio cesareo!!! Spesso passa a salutarmi suor Giuseppina, una suorina dell\u2019ospedale, che durante le S. Messe prega per me e i miei gemellini e per quelli di altre mamme con gravidanze a rischio. Sento i miei piccoli muoversi e cerco di restare tranquilla anche se, in alcuni momenti, ho brutti pensieri: come potrei reagire alla perdita del mio piccolo? Cosa racconterei alla sorellina Camilla? Perch\u00e9 \u00e8 successo proprio a me? Purtroppo conosco amiche<strong> che hanno provato questo dolore e ogni volta a questo pensiero il sangue si gela. Cerco di non<\/strong> pensarci ed essere positiva.<\/p>\n\n\n\n<p>Conosco la dottoressa Bellan, Alessandro me ne ha parlato: \u00e8 una persona che, da subito, mi trasmette simpatia, tranquillit\u00e0, fiducia e speranza per il futuro del mio piccolo. Tanti amici e parenti mi telefonano e mi vengono a trovare e sono molto contenta di sentire la presenza di tante persone care con le quali, in questo periodo, rafforzo rapporti d\u2019amicizia. Festeggio il mio compleanno con le amiche di sempre che mi sono costantemente vicine.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 20 aprile ho una forte emorragia e vengo portata d\u2019urgenza nel quartiere della sala parto dove sono tenuta in osservazione per parecchie ore. Sono molto spaventata, per fortuna \u00e8 domenica e Alessandro \u00e8 l\u00ec con me. Ho paura di dover partorire in quelle ore, la dottoressa Tassis non c\u2019\u00e8 e temo che l\u2019equipe della patologia neonatale, stabilita per il mio parto cesareo programmato, non sia al completo. La dottoressa Bellan \u00e8 in servizio, ci viene a trovare e ci\u00f2 mi tranquillizza molto. Mi viene somministrata una dose di Miolene per attenuare le contrazioni. I medici, dopo cinque ore d\u2019osservazione, decidono di farmi tornare in stanza in assoluto riposo e stabiliscono che, se non fossero sopraggiunte ulteriori complicazioni, i bimbi sarebbero nati gli ultimi giorni di aprile.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 29 aprile, alla settimana 37+4, \u00e8 il grande giorno. La notte prima non chiudo occhio, l\u2019ultima notte con il mio grossissimo e bellissimo pancione e tanti infiniti pensieri: Federico ce l\u2019avrebbe fatta? La mattina finalmente mi tolgono le flebo che per tanti giorni mi hanno tenuta \u201clegata\u201d al letto e posso fare una bella doccia. Vengo portata in sala parto accompagnata da Alessandro; non canceller\u00f2 mai dalla mia mente quelle ore. Doveva essere uno dei momenti pi\u00f9 belli della mia vita, il grande sogno di sempre si stava finalmente realizzando, stavo per diventare mamma invece ho un ricordo poco felice di quelle ore che ho vissuto in modo del tutto diverso da quello che avevo sempre sognato. Fuori dalla sala parto c\u2019\u00e8 un gran movimento, io sono un po\u2019 intontita e frastornata. Prima di entrare in sala parto un\u2019anestesista mi prepara all\u2019intervento in modo un po\u2019 brusco. Per fortuna la dottoressa Tassis viene a salutarci prima dell\u2019operazione, la sua presenza mi tranquillizza e sono molto contenta che sia lei a far nascere i miei piccoli e di averla vicino. Mentre vengo portata in sala parto Alessandro mi saluta da lontano con un sorriso forzato e mi viene un forte magone: mi spiace non averlo vicino in un momento cos\u00ec importante e penso che quando lo rivedr\u00f2 saranno successe gi\u00e0 tante cose che cambieranno la nostra vita.<\/p>\n\n\n\n<p>Con taglio cesareo alle 9.08 nasce Camilla, sento solo la voce della dottoressa che annuncia la sua nascita, ma non sento e vedo la mia piccola. Da quel momento non capisco pi\u00f9 niente, so che sta per nascere Federico ma tutt\u2019intorno c\u2019\u00e8 un grande silenzio, con un filo di voce provo a chiedere all\u2019anestesista che \u00e8 dietro di me qualcosa sul mio bambino ma mi fa cenno di non parlare: mi viene da piangere. Mentre intervengono per far nascere Federico, non sento n\u00e9 il pianto del mio bambino n\u00e9 frasi dei dottori che mi possano far capire come sta andando. Cosa \u00e8 successo al mio piccolo? Non chiedo nulla per paura di ricevere brutte notizie e, una decina di minuti dopo, vedo Alessandro che da una finestrella della sala parto ha potuto salutarmi da lontano, io debole e mezza addormentata lo guardo senza nessun tipo di espressione, lui abbozza un sorriso e un saluto con il cenno della mano. Chiss\u00e0 cosa sa pi\u00f9 di me!?! Lui, nella stanza adiacente la sala parto, ha subito visto Camilla mentre veniva pulita e vestita ed il piccolo Federico che era stato intubato dalla bravissima dottoressa Mangili. La dottoressa, mentre d\u00e0 l\u2019ossigeno a Federico, fa notare ad Alessandro , un po\u2019 preoccupata, che l\u2019addome del bambino \u00e8 molto scavato a causa della risalita di gran parte degli organi in torace.<\/p>\n\n\n\n<p>Uscita dalla sala parto vengo portata in una stanza in osservazione; avendo perso parecchio sangue rischio di dover fare una trasfusione. Nel frattempo Federico viene portato in terapia intensiva dove viene \u201ccurarizzato\u201d e sottoposto a ventilazione meccanica ad alta frequenza oscillatoria (HFOV). Finalmente Alessandro, che ha seguito Federico e firmato i necessari consensi, mi raggiunge, mi accarezza e mi parla dei nostri gemellini. Nella stessa stanza altre due mamme, che hanno appena partorito, abbracciano i loro piccoli e li attaccano al seno. Sapevo che non avrei potuto fare la stessa cosa con Federico ma non ho vicino a me neppure Camilla che \u00e8 stata portata al nido in fototerapia. (A distanza di mesi soffro ancora per non aver potuto tenere vicino a me, subito dopo la nascita, i miei piccoli o almeno Camilla.) In quei momenti sento dentro di me una sensazione di vuoto: mi pare di aver subito un qualsiasi intervento. Non mi rendo neppure conto di essere diventata mamma, sono talmente debole, avendo perso pi\u00f9 di un litro di sangue, che mi gira la testa e inizio ad aver freddo. Poco dopo, la dottoressa Bellan viene a trovarmi e quando la vedo mi batte forte il cuore: cosa mi dir\u00e0? Federico, che alla nascita pesava 2483 g, ha reagito positivamente ma le prime ore sono molto importanti e delicate.<\/p>\n\n\n\n<p>Rientro in camera nel primo pomeriggio dove mi aspettano i neo nonni e i neo zii. Alessandro nel frattempo entra in terapia intensiva da Federico e scatta una foto da farmi vedere: povero il mio piccolino con tutti quei tubicini!<\/p>\n\n\n\n<p>Dopo nove ore dal parto una puericultrice mi porta in camera la mia piccola Camilla. quando entra e mi chiede se sono io la \u201cmamma\u201d di Camilla, faccio un po\u2019 di fatica a riconoscermi con quel nome: che emozione e che impressione! \u201cla mamma di Camilla\u201d, una vita che desideravo essere chiamata cos\u00ec!!!<\/p>\n\n\n\n<p>Il primo giorno sta per finire, Federico respira grazie alla ventilazione ad alta frequenza. Il pomeriggio successivo ci viene riferito che il giorno dopo il dottor Locatelli avrebbe operato il nostro piccolo. La notizia \u00e8 positiva perch\u00e9 significa che Federico ha raggiunto rapidamente la stabilizzazione dei parametri respiratori ed emodinamici. Accompagnata da Alessandro raggiungo, in sedia a rotelle, la terapia intensiva per conoscere il mio bambino. Alcuni momenti nella vita non si dimenticano mai e mai dimenticher\u00f2 quel piccolo corpicino nudo con gigantesche babbucce rosse adagiato su un tavolino d\u2019alluminio completamente immobile, con la bocca spalancata, tanti lunghi tubicini che escono da qualsiasi parte del suo corpo, gli occhi chiusi e il suo piccolo torace che si muove forsennatamente grazie all\u2019aiuto di tanti macchinari che suonano dietro di lui. E\u2019 difficile riconoscere in lui il bambino che nella pancia era vitale e scalciava come un torello e fatico a pensare che sia mio figlio. In quel momento, consapevoli che l\u2019operazione sarebbe potuta non riuscire, decidiamo di far battezzare Federico prima dell\u2019intervento. Purtroppo non \u00e8 possibile battezzare anche Camilla che \u00e8 al nido. E\u2019 un rito breve ma intensissimo contornato da lacrime di dolore. Nella sala 1 della terapia intensiva, alcune infermiere, accanto al frate ed a noi, pregano tra le incubatrici degli altri bimbi.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 1\u00b0 maggio alle 9, a 2 giorni di vita, Federico \u00e8 sottoposto all\u2019intervento chirurgico direttamente sul lettino della terapia intensiva. Alessandro, i nonni e gli zii sono all\u2019ingresso ad aspettare le notizie, io invece in stanza con la mia piccola Camilla in un silenzio irreale. Per ingannare il tempo osservo Camilla che, tra le mie braccia, dorme e, ogni tanto, fa qualche piccolo sorriso. Mi dico che, se \u00e8 vero che i gemelli hanno un forte legame anche se lontani, il sorriso sereno di Camilla significa che l\u2019operazione del suo fratellino sta procedendo bene. Sappiamo che in quei momenti tantissime persone care ci pensano e pregano per Federico aspettando notizie.<\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-image\"><figure class=\"alignleft size-full is-resized\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-tin.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-117\" width=\"420\" height=\"315\" srcset=\"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-tin.jpg 816w, https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-tin-300x225.jpg 300w, https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-tin-768x576.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 420px) 100vw, 420px\" \/><figcaption>Federico<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n<p>Il dottor Strobelt, dopo un paio d\u2019ore dall\u2019inizio dell\u2019intervento, passa ad avvisare Alessandro che l\u2019intervento sta procedendo bene. Il nervosismo aumenta e, dopo circa tre ore e mezza, Alessandro vede uscire il dottor Locatelli, il suo aiuto e l\u2019anestesista. Il dottor Locatelli spiega che la situazione era pi\u00f9 grave di quanto si aspettasse: era quasi del tutto mancante l\u2019emidiaframma sinistro (agenesia) che \u00e8 stato ricostruito con un patch di Gore-tex. L\u2019intervento comunque \u00e8 tecnicamente riuscito, un altro grande ostacolo \u00e8 stato superato, ora non resta che aspettare la reazione di Federico. Questo \u00e8 forse insieme alle prime ore di vita il momento pi\u00f9 difficile.<\/p>\n\n\n\n<p>Simona e Matteo, la sera stessa, passano a trovarci: solo loro possono capire realmente \u00a0quello che stiamo vivendo. Il grande sorriso di Simona ci trasmette come sempre serenit\u00e0 e amicizia.<\/p>\n\n\n\n<p>Ci metto alcuni giorni a rimettermi dall\u2019intervento ma riesco a dividermi tra i bisogni di Camilla che \u00e8 al nido e le visite a Federico. Fatichiamo a trattenere le lacrime, ci dicono che possiamo parlargli e accarezzarlo, lo facciamo, ma tante volte ci chiediamo se quel piccolo corpicino addormentato senta veramente la voce strozzata della sua mamma e del suo pap\u00e0.<\/p>\n\n\n\n<p>Sapevamo che Federico avrebbe incontrato altri ostacoli, infatti nel periodo post-operatorio compare un consistente versamento pleurico. In realt\u00e0 lo stesso versamento, come spiegato dal dottor Locatelli, costituisce anche un bene in quanto il suo volume impedisce lo \u201csbandieramento eccessivo del mediastino\u201d ma, se non fosse diminuito, sarebbe stato necessario intervenire per aspirare il liquido. Attraverso costanti radiografie, con il trascorrere delle settimane, si constata che il versamento \u00e8 diminuito anche se non sparito completamente e non c\u2019\u00e8 stato quindi bisogno di intervenire con un drenaggio.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 2 maggio, al 3\u00b0 giorno di vita, Federico passa dalla ventilazione ad alta frequenza a quella convenzionale. Ci sembra un ottimo segnale: anche la tempistica con la quale \u00e8 avvenuto questo passaggio \u00e8 in linea con le esperienze di bambini che hanno avuto un risultato positivo.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 3 maggio da Milano viene a trovare Federico la dottoressa Michela Picciotti, amica e pediatra dei gemelli che sin dalla prima diagnosi, con la sua disponibilit\u00e0, ci aveva aiutato a comprendere la situazione e le possibili opzioni. Alla dottoressa Picciotti \u00e8 consentito accedere con Alessandro in terapia intensiva, vedere Federico, visionare le radiografie toraciche con la dottoressa Mangili e approfondire i temi del follow up dei bambini con ernia diaframmatica.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 5 maggio, dopo 61 giorni d\u2019ospedale, vengo dimessa e posso finalmente tornare a Milano con Camilla, Alessandro e nonno Felice che con la sua costante e discreta presenza ci \u00e8 stato vicino nei giorni pi\u00f9 difficili. Sono contenta di uscire dall\u2019ospedale ma molto molto triste di lasciare Federico cos\u00ec lontano da noi.<\/p>\n\n\n\n<p>Inizia un periodo di giornalieri trasferimenti per me e Alessandro tra casa e Bergamo; possiamo entrare in terapia intensiva con orari prefissati e solo mezzora durante la quale ricevevamo le novit\u00e0 su Federico e possiamo stargli vicino.<\/p>\n\n\n\n<p>Nei primi giorni dall\u2019intervento i parametri respiratori sono sempre buoni ma insorge un ulteriore problema: Federico ha un addome sempre pi\u00f9 gonfio causato probabilmente dal riposizionamento dell\u2019intestino. La situazione sembra preoccupare i medici in quanto avrebbe potuto avere un blocco intestinale con conseguente necessit\u00e0 di operare nuovamente il bambino. Qualche giorno dopo per fortuna la situazione si \u00e8 risolta: Federico \u00e8 un grande!<\/p>\n\n\n\n<p>Domenica 11 maggio, giorno della festa della mamma, avendo abbassato la sedazione, finalmente notiamo i primi movimenti delle dita di Federico ed \u00e8 una vera emozione, non \u00e8 ancora sveglio ma il nostro bambino d\u00e0 segni di vita! Da quel momento possiamo accarezzarlo, sfiorandolo lentamente perch\u00e9 ci sembra cos\u00ec fragile che abbiamo paura di fargli male. Ogni volta gli parliamo della sua sorellina Camilla e gli cantiamo, emozionandoci, le ninne nanna che gi\u00e0 aveva ascoltato nella pancia.<\/p>\n\n\n\n<p>Federico inoltre comincia ad aprire gli occhi e a fissarci con i suoi grandi occhioni terrorizzati. Piange di un pianto muto: essendo intubato non \u00e8 percepibile alcun suono.<\/p>\n\n\n\n<p>Dal 12 maggio, a 13 giorni dalla nascita, Federico inizia a ricevere i primi millilitri di latte materno con il sondino naso-gastrico! Che emozione!!!<\/p>\n\n\n\n<p>Ogni giorno la prima cosa che facciamo entrando nella stanza di Federico \u00e8 soffermarci a controllare i parametri delle macchine che assicurano la respirazione, i dati del monitor e osservare in silenzio i movimenti strani del suo torace vivendo sempre con molta preoccupazione ogni ora.<\/p>\n\n\n\n<p>Il 19 maggio, a 20 giorni dalla nascita, finalmente, Federico viene estubato e posto in N-CPAP fino a venerd\u00ec 23. In quei giorni notiamo che Federico si muove sempre di pi\u00f9 e inizia a guardarsi intorno.<\/p>\n\n\n\n<p>Sabato 24 maggio, a 25 giorni dalla nascita, Federico viene, per la prima volta, vestito e tolto dall\u2019incubatrice e messo in un lettino: \u00e8 la sua ultima notte nella stanza 1 della terapia intensiva infatti il giorno successivo viene trasferito nella stanza 4 della terapia semi-intensiva e per la prima volta lo prendiamo in braccio e gli diamo il latte materno con il biberon. Che forte emozione abbiamo provato poterlo tenere finalmente stretto a noi! Federico \u00e8 sempre molto spaventato ma siamo convinti che riconosca le nostre voci e le nostre carezze.<\/p>\n\n\n\n<p>Dopo 2 giorni, marted\u00ec 27, con grande e inattesa rapidit\u00e0, Federico passa nella stanza della degenza numero 7: adesso possiamo stare con lui tutto il tempo che vogliamo quindi tutti i pomeriggi Camilla rimane con la nonna Silvana a Milano e, o con Alessandro o accompagnata dal nonno Beppe, raggiungo Bergamo. E\u2019 meraviglioso stare con lui tutto il pomeriggio ma molto faticoso e stancante. Lo teniamo tra le nostre braccia per tutto il tempo in cui stiamo con lui, \u00e8 tenero, piccolo e molto debole. Purtroppo Federico fatica a mangiare e capita che alcune volte, dopo aver impiegato un\u2019ora per dargli 50 ml di latte, lo vomiti tutto con nostro grande sconforto. Gioiamo quando gli tolgono il sondino dalla bocca perch\u00e9 ci\u00f2 significa che Federico \u00e8 in grado di mangiare completamente da solo ma piangiamo quando, alcuni giorni dopo, gli viene rimesso. Vorremmo portarlo al pi\u00f9 presto a casa con noi ma, finch\u00e9 non \u201cimpara\u201d a mangiare sufficientemente bene da solo, non \u00e8 possibile. Ci vuole tanta ma tanta pazienza e ogni volta che esco per tornare a Milano, piango perch\u00e9 soffro al pensiero di lasciarlo e mi fa tanta tenerezza saperlo l\u00ec nel suo lettino tutto solo! <\/p>\n\n\n\n<p>Sabato 14 giugno, come sempre, lasciamo Camilla ai nonni per andare a Bergamo da Federico e aiutarlo a mangiare. Con grande sorpresa, dopo 46 giorni, Federico viene dimesso e per la prima volta vede la luce del mondo esterno. Sono ancora incredula quando percorriamo per l\u2019ultima volta l\u2019autostrada Bergamo-Milano con vicino a me il mio piccolo Federico, lui mi guarda con aria stupita, chiss\u00e0 a cosa sta pensando?!?! Sotto casa scattiamo una foto davanti al fiocco che \u00e8 rimasto appeso al portone un mese e mezzo aspettando il ritorno di Federico. A casa la sua sorellina Camilla l\u2019aspetta insieme ai nonni e gli zii molto emozionati. Quando finalmente li mettiamo vicini, piangiamo di felicit\u00e0 perch\u00e9 erano mesi che aspettavamo che arrivasse questo momento e perch\u00e9 finalmente siamo tutti e quattro insieme, la nostra bella nuova famiglia.<\/p>\n\n\n\n<p>Domenica 15 giugno, con grande gioia ed emozione, siamo usciti per la prima volta con i nostri due gemellini, li abbiamo portati all\u2019uscita della S. Messa per presentarli a tutte le persone care e amiche della nostra comunit\u00e0 e del nostro quartiere al quale siamo molto legati. Eravamo emozionati e felici!!!<\/p>\n\n\n\n<p>Ringraziamo con moltissimo affetto e infinita riconoscenza e gratitudine la dottoressa Tassis, la dottoressa Auriemma, la dottoressa Bellan, la dottoressa Mangili, il dottor Locatelli, il dottor Strobelt oltre al personale infermieristico e ostetrico dei reparti Ginecologia e Ostetricia e Patologia Neonatale che in tutti questi mesi ci hanno seguito con grande professionalit\u00e0 e affetto.<\/p>\n\n\n\n<p>Non ci stancheremo mai di ringraziare Simona e Matteo che ci hanno supportato continuamente con i loro consigli, aiutandoci a custodire la vita di Federico; \u00e8 stato nostro grande desiderio che Simona fosse la madrina di battesimo di Federico.<\/p>\n\n\n\n<p>Grazie ai nostri genitori, sorelle e fratelli, agli amici di sempre, ai parenti e tutte le persone care che abbiamo sentito vicino con la loro presenza, con una frase di conforto, un sorriso e tantissime preghiere.<\/p>\n\n\n\n<p>Siamo sicuri che dal cielo nonna Gabriella ha vegliato sul suo nipotino Federico\u2026<\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-image\"><figure class=\"aligncenter size-full is-resized\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-e-Camilla.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-118\" width=\"667\" height=\"422\" srcset=\"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-e-Camilla.jpg 845w, https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-e-Camilla-300x190.jpg 300w, https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-e-Camilla-768x487.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 667px) 100vw, 667px\" \/><figcaption>14.06.2008 \u2013 Camilla & Federico finalmente insieme<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n<p>Federico esegue i controlli di follow-up a Bergamo con il dottor Giozani e la dottoressa Migliazza. Frequenta un corso di acquaticit\u00e0 per recuperare al meglio la funzionalit\u00e0 polmonare e per lo sviluppo armonico della gabbia toracica e della colonna vertebrale, assume alcuni farmaci per risolvere i problemi di reflusso gastro-esofageo e di alimentazione.<\/p>\n\n\n\n<p>Nonostante quello che ha passato Federico \u00e8 \u00a0un bambino sereno e simpaticissimo al quale raccontiamo e racconteremo sempre quanti ostacoli ha dovuto superare per diventare il nostro piccolo grande campione! \u00a0<\/p>\n\n\n\n<div class=\"wp-block-image\"><figure class=\"aligncenter size-full is-resized\"><img loading=\"lazy\" decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico.jpg\" alt=\"\" class=\"wp-image-119\" width=\"325\" height=\"374\" srcset=\"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico.jpg 618w, https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-content\/uploads\/2021\/10\/federico-260x300.jpg 260w\" sizes=\"auto, (max-width: 325px) 100vw, 325px\" \/><figcaption>Federico ad agosto 2008<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n<p>Daniela e Alessandro Franza<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Nel settembre 2007, con immensa felicit\u00e0, scopriamo che saremmo diventati mamma e pap\u00e0 di due gemellini. All\u2019ospedale Buzzi di Milano, eseguiamo le prime visite ed ecografie con la dottoressa Beatrice Tassis. Ogni volta ci presentiamo con un po\u2019 di apprensione nell\u2019attesa di veder battere i cuoricini dei nostri piccoli. I risultati della translucenza nucale eseguita…<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"om_disable_all_campaigns":false,"_monsterinsights_skip_tracking":false,"_monsterinsights_sitenote_active":false,"_monsterinsights_sitenote_note":"","_monsterinsights_sitenote_category":0,"footnotes":""},"categories":[3],"tags":[],"class_list":["post-116","post","type-post","status-publish","format-standard","hentry","category-testimonianze","entry","no-media"],"aioseo_notices":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/116","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=116"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/116\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":120,"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/116\/revisions\/120"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=116"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=116"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.erniadiaframmatica.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=116"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}